Curiosità e consigli per le scelta delle scarpe da sposa
Se esiste l’abito da sposa, devono esistere anche le “scarpe da sposa”, direte voi. Sì e no.
In fatto di calzature non ci si deve sempre aspettare il bianco né un modello preciso – come invece dovrebbe essere per lo sposo (diciamo dovrebbe, perché ahinoi, non sempre è così) per il quale è prevista la scarpa “oxford” in pelle nera spazzolata.
Scarpe da sposa entrate nella storia
Ma torniamo alla donna e partiamo da una carrellata di spose celebri, sottolineando un aspetto fondamentale: le scarpe da sposa non sono un accessorio secondario, ma un vero complemento del vestito e uno strumento per valorizzare la figura e il portamento di chi le indossa.
Cominciamo dalla Regina Elisabetta, che quando si sposò nel 1947 – allora ancora principessa – fece realizzare le proprie scarpe da Edward Rayne, celebre calzolaio del jet set inglese dell’epoca: per lei fu creato un raffinato paio di sandali incrociati in duchesse di seta avorio (dello stesso colore dell’abito), con tacco medio e chiusura a fibbia decorata di strass e perle. Una curiosità: le scarpe furono sì opera di Rayne, ma su disegno di Roger Vivier, unica concessione straniera al look della giovane Elisabetta.
Una delle spose più celebri della storia resta, insieme alla compianta regina Elisabetta, la principessa Grace Kelly. Per le nozze con il principe Ranieri di Monaco nel 1956, la splendida attrice americana volle un paio di décolleté dell’inglese David Evins, con la punta arrotondata, il tacco medio e la tomaia di seta rosa pallido decorata da pizzo con lavorazione cordonnet. Le scarpe erano impreziosite davanti da una rosa di cristalli e perle di vetro trasparente e le suole interne presentavano due piccole curiosità: su quella sinistra era stato ricamato il suo nome, mentre dentro quella destra David Evans aveva inserito un penny di rame, come da tradizione portafortuna del suo Paese.
Oltre vent’anni dopo, nel 1981, vennero celebrate le nozze del secolo, ovvero quelle del principe Carlo e di lady Diana, trasmesse in mondovisione e seguite da milioni di spettatori.
Insieme all’indimenticabile – nel bene e nel male – abito degli stilisti Elizabeth e David Emanuel, le scarpe da sposa della principessa erano cariche di significati simbolici: realizzate a mano da Clive Shilton con 542 paillettes, 132 perle ricamate sulla tomaia in seta e un cuore in pizzo sulla punta, le décolleté di lady Diana erano basse vista l’altezza considerevole della sposa, che non voleva superare in statura Carlo. Anche in questo caso le suole erano particolari: Diana volle che su di esse fossero dipinti alcuni nontiscordardimé e un cuore con le iniziali C e D intrecciate.
Con un altro salto nel tempo arriviamo agli anni 2000, o meglio al 2011, anno delle nozze del principe William e di Kate Middleton. Evento che, a ragione, viene considerato il nuovo matrimonio del secolo. L’allora duchessa di Cambridge – oggi principessa del Galles – scelse abito e scarpe da sposa disegnati da Sarah Burton, direttrice creativa di Alexander McQueen. Sia il vestito che le calzature, un paio di décolleté dal tacco alto e dalla punta arrotondata, erano in pizzo decorato con motivi a rose, cardi e trifogli (simboli di Inghilterra, Scozia e Irlanda), realizzato a mano dalle esperte ricamatrici della storica Royal School of Needlework.
Come scegliere le scarpe da sposa
Ma tralasciando principesse e celebrity, come si scelgono le scarpe da sposa?
Come accennavamo all’inizio dell’articolo, non ci sono regole precise in questo caso. Tutto sta al gusto della sposa, al buon senso e – non dimentichiamolo – alla comodità!
La parola chiave è, come sempre, armonia: le scarpe da sposa devono accordarsi con l’abito, il luogo, la stagione e l’orario.
Il colore, dicevamo, non deve necessariamente essere bianco e lo abbiamo visto descrivendo le spose reali: se l’abito è di un bianco caldo è possibile scegliere una calzatura beige, crema o champagne, mentre se è freddo, tipo bianco ottico, si può optare per un rosa cipria o un color argento. Infine, se il vestito è colorato è bene preferire una tinta che si intoni ad esso.
Per quanto riguarda il materiale è possibile decidere tra un classico intramontabile, ovvero il capretto, o un elegante satin, liscio o decorato. Anche lo scamosciato può essere un’alternativa interessante se il matrimonio è più informale.
Splendidi e ricercati sono in sandali gioiello, una scelta consigliata per le feste serali, soprattutto se la sposa ha previsto il cambio abito, mentre sarebbe meglio evitarli in chiesa, dove la scarpa chiusa (o al massimo l’open toe) sono la calzatura più indicata e di classe.
scarpe da sposa: Tacco sì o no?
È importante, a prescindere dalla forma, fare attenzione all’altezza del tacco, sia per evitare di essere più alte dello sposo, che, soprattutto, per una questione di comodità. Il tacco di 8-9 centimetri è quello che meglio slancia la sposa senza richiedere per forza un cambio scarpa; il tacco 12, seppur bellissimo, è difficilmente portabile per l’intero evento e spesso costringe a indossare un secondo paio di scarpe, creando il problema – se non si è previsto anche un diverso vestito o un abito trasformabile – di un orlo della gonna che diventa di colpo troppo lungo.
Un’ottima idea, se non si vuole necessariamente acquistare le calzature di un determinato brand di moda, è quella di rivolgersi a quei marchi, come ad esempio MissD, che realizzano il prodotto artigianalmente e su misura: oltre al vantaggio di poterle personalizzare, si può così avere la certezza di comprare scarpe da sposa perfettamente adatte alla forma del proprio piede, che coniugano eleganza e comodità e che possono essere indossate tutto il giorno e, perché no, non solo durante il “grande giorno”.
E tra quelle dei real wedding dei fotografi di matrimonio Click E Chic, quali sono le vostre scarpe preferite?